Una mini-guida per aiutare tutti coloro che stanno pensando di entrare a far parte del mondo veg. Realizzata da Babaco Market.
Molti dei termini che definiscono il mondo vegano non sono immediatamente comprensibili, essendo spesso “parole macedonia” provenienti dalla lingua inglese. Per questo motivo, Babaco Market stila un piccolo glossario per aiutare i più inesperti a comprendere meglio questo stile di vita.
Dieta plant-based
Letteralmente “a base di piante”, si tratta di una tipologia di alimentazione fatta non solamente di vegetali, bensì di prodotti provenienti da coltivazioni e allevamenti sostenibili e certificati. Una vera e propria filosofia di vita, nel totale rispetto dei ritmi e della biodiversità della natura.
Veganuary
Questo curioso e insolito termine unisce “vegan” e “January” (vegano e gennaio in inglese). Si riferisce ad una sfida, lanciata nel 2014 da un'organizzazione no-profit britannica, che incoraggia le persone a seguire un'alimentazione vegana per il primo mese dell'anno, un'esperienza collettiva di consapevolezza del proprio impatto ambientale sul pianeta.
Fruttarismo
Il fruttarismo è seguito da tutti coloro che scelgono di abbracciare una dieta basata sui frutti, costituendo così la forma più radicale della dieta vegana.
Flexitarian
Uno stile alimentare “flexitarian” (letteralmente la fusione di “flexible” e “vegetarian”, ovvero flessibile e vegetariano) è un tipo particolare di regime ‘plant-based' che non prevede, tuttavia, l'eliminazione del consumo di carne ma una sua limitazione a una o due volte la settimana.
Cheegan
Questa parola inglese è una fusione tra “cheating” (imbrogliare) e “vegan” (vegano), indicando così persone che si dichiarano vegani, ma che spesso cadono in tentazione e abbandonano così la ‘retta via'.
Veggan
Si tratta di un altro mix di uovo e vegano (“egg” e “vegan”) e si riferisce ai vegani che consumano regolarmente anche uova.
Tanti sono i vantaggi ambientali e i benefici che il nostro pianeta può trarre da una dieta a prevalenza vegetale, come un maggiore risparmio di acqua, la riduzione di emissioni di gas serra e il minor utilizzo di terre fertili. Il 43% delle terre emerse (calcolate escludendo già ghiacciai e deserti) sono utilizzate per l'agricoltura intensiva e l'83% di queste servono per coltivare vegetali che diventeranno mangime.