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Il mare della Calabria nel calice

Se birre e mojito si fanno spazio per d’estate per rinfrescare i palati, il vero wine lover non rinuncia certo al vino. Nemmeno a quello rosso, il cui consumo fresco, d’estate, ormai è stato ampiamente sdoganato.
Photo credits: Photo fonte ufficio stampa vinoalacarte

Dalla arrivano tre proposte per un mettere nel calice i profumi autentici di questa terra e sognare, soprattutto in città, la brezza di quel mare cristallino che lambisce la costa di una delle regioni più autentiche d'Italia.

SPEZIALE 2022

Nato da uno straordinario recupero di Giuseppe Scala, del vitigno autoctono Marsigliana Nera e ottenuto da uve completamente a coltivazione biologica, è il vino che Santa Venere ha pensato proprio per essere consumato fresco (a 8-10 °C), in estate, dagli amanti dei vini rossi. Dal colore rosso con riflessi violacei, al naso si presenta un profumo complesso, con sentori di frutti di bosco, liquirizia e chiodi di garofano. Il sorso è molto delicato, secco e armonioso.

Vinificato a temperatura controllata per 15 giorni. L'affinamento avviene per 5 mesi in serbatoi d'acciaio, per poi completarsi per altri 2 mesi in bottiglia.

Prezzo al pubblico (enoteca): 15 euro

SCASSABARILE 2022

Vino dal colore rosato, dal profumo di fiori di tiglio, scorza di lime e crema di lime e menta, dal sapore, dolce ed asciutto. Marsigliana Nera al 100%, il suo affinamento avviene per 5 mesi in serbatoi di acciaio e un mese in bottiglia.

Il nome deriva da un'antica via di collegamento tra la Calabria e che costeggia il vigneto in cui viene coltivata la Marsigliana Nera denominata Serralombardi Scassabarile.

Vino eccellente da servire come o da abbinare ad antipasti vegetariani o di mare, delicati e non troppo strutturati. Perfetto da bere freschissimo in estate, non oltre i 10 °C, saprà conquistare il palato degli amanti dei rosati autoctoni e differenti dalla massa.

Prezzo al pubblico: 15 euro

CALAMACCA 2022

Ultimo nato dell'azienda agricola biologica Santa Venere, Calamacca prende il nome dall'omonima collina situata nei paesaggi del crotonese, dove si trovano i ruderi di un antico convento e dove sono stati impiantati vigneti di uve Zibibbo, dalla cui varietà si ottiene un vino dal profilo aromatico, con delicate note di miele.

Da vitigni 100% Zibibbo, un prodotto di elevata qualità, che valorizza le risorse naturali del terreno, nel pieno rispetto delle caratteristiche del suolo e della biodiversità. La sua maturazione costante di 5 mesi in serbatoi di acciaio permette di valorizzare sapori e aromi. Infine, 2 mesi di affinamento in bottiglia, dove il nettare si evolve, affina e matura, perfezionando quei profumi e quei sapori che lo rendono unico e definiscono in modo netto e armonioso sentori e aroma. Un nuovo vino dal carattere forte e intenso e dal sapore aromatico ma al contempo sapido, fresco, di buona acidità.

Consigliato su preparazioni a base di pesce, frutti di mare, carni bianche e formaggi erborinati. Ottimo anche come aperitivo e servito a una temperatura tra i 12/14 °C

Il prezzo consigliato al pubblico è di 22 euro.


A proposito di SANTA VENERE
L'Azienda agricola biologica Santa Venere si estende per circa 150 ettari sulle colline dell'antica terra di Cirò, piccolo paese della Calabria in provincia di Crotone dalle antichissime origini, particolarmente significativo per la sua storia e cultura. Le terre fin dal 1600 sono di proprietà della famiglia Scala, da sempre dedita alla coltivazione della vite e dell'ulivo, ma nulla esisteva come complesso aziendale di quel che esiste oggi. Nei vigneti si producevano uve con lo scopo di fornire coloro i quali si occupavano della trasformazione. Nel 1960 a prendere le redini di questa attività è Federico Scala, nipote di Falcone Lucifero, ministro della Real Casa. Grazie a lui nacque il centro aziendale, staccato dal casale familiare, a cui diede il nome Santa Venere, dal nome del torrente che attraversa la proprietà. Terminati gli studi universitari, venne affiancato dal figlio Giuseppe: insieme, e con grande determinazione, stabilirono di dare un nuovo e importante impulso all'attività, iniziando con la vinificazione e la scelta di operare in regime biologico. Per farlo, Federico e Giuseppe Scala scelgono un enologo di fama : Riccardo Cotarella, che li segue fino al 2016, seguito poi dal suo collaboratore di fiducia, Massimo Bartolini. L'idea, fin dall'inizio, è quella di puntare sui vitigni autoctoni per esaltare la propria terra, una svolta moderna ed efficace applicata anche all'immagine dei prodotti. Dal 2012, venuto a mancare il padre Federico, è il figlio Giuseppe a occuparsi dell'azienda con lo stesso impegno e la stessa passione tramandata dal padre. Con Giuseppe continua e si potenzia il grande obiettivo di far sì che l'autoctono calabrese venga conosciuto e soprattutto apprezzato in tutto il mondo. Oggi Giuseppe può contare sull'attiva collaborazione del fratello più giovane, Francesco, che ha di recente terminato gli studi universitari. Nel futuro più lontano, saranno tutti i nipoti di Federico a proseguire la mission aziendale e a portare sempre più in alto il nome della famiglia.

 

Informazioni sulla pubblicazione

Testo inviato da: Mariella Belloni

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Redazione

Grafico pubblicitario dal 1991, cuoco per passione, innamorato del mangiare e del bere bene da sempre.
a.grazi@fooday.it

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